giovedì 1 ottobre 2009

Robert Plant: Now and Zen (1988)

Il ricorso a simbologie pagane d'ispirazione esoterica non è una novità per Robert Plant. Già ai tempi dei Led Zeppelin, l'uso di segni grafici legati all'occultismo alimentò non poche leggende riguardo le passioni sataniste (o presunte tali) della band. A sostegno della vacuità di tali congetture (se mai vi fossero stati dei dubbi) ci viene incontro questa foto che evidenzia la natura spirituale del Plant-pensiero. Lungi dal voler interpretare il significato delle rune argentee allineate a lato, la mia attenzione si rivolge esclusivamente allo stile etnico del cantante che potremmo definire una sorta d'ibrido tra Marta Flavi e Lapo Elkann. Un eclettico incrocio che concentra in pochi centimetri quadri: un'ambientazione tibetana, della raffinata bigiotteria celtica, bandiere rosse che neanche Pyongyang e una tappezzeria equivoca anche per il più estremo degli induisti.
Un mirevole esempio di globalizzazione chic ai tempi del governo
Thatcher.

2 commenti:

Emma ha detto...

Vogliamo spendere una parola sul titolo del disco per piacere?

Tiziano ha detto...

Quello, Emma, è proprio desolante

 

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