martedì 22 settembre 2009

Franco Battiato: Patriots (1980)

L'esortazione rivoluzionaria da Pop Giacobino cantata da Battiato con compiaciuto distacco intelletuale nel ritornello di "Up patriots to arms", si disperde come una flatulenza intestinale nel momento in cui ci troviamo a fare i conti con la sciatteria chirurgica con la quale è stata confezionata questa cover. Un evidente motivo d'interrogazione è la triplice apparizione del cantautore disponibile in ben tre formati diversi e sovrapponibili. Tecnicamente abbiamo a che fare con una sorta di Bat-matrioska da guerrilla intenta a scatenare l'inverosimile rivolta culturale armata solo di una Gibson e una lettera 22.
L'ostentata esibizione di una strafottente posa da "combat rocker" pescata direttamente dall'immaginario visivo dei Clash (cliccare qui per vedere), rende ancor meno credibile l'autoironico (?) piglio con cui il comandante Battiato arruola i suoi illuminati patrioti del bello.
Per quanto riguarda gli elementi che occupano lo sfondo, questi non sono altro che il frutto di una osservanza pedissequa del
refrain iconoclasta che accompagna il Bat-pensiero di sempre. La palma e il mare (quest'ultimo variato su improbabili tinte giallo-epatitico-bizantino) vanno a comporre uno scialbo paesaggio anonimo che nelle più rosee intenzioni del copywriter, dovrebbe evocare un'ideale ponte visivo tra la Sicilia e i paesi arabi (ma che può tranquillamente essere tra Ladispoli e Ibiza, fate voi).
A suggellare questa anemica atmosfera da esotismo mittleuropeo è il moniker, frammentato da arditi segni d'interpunzione a mimare chissà quale cifrata stramberia grammaticale. In sostanza è lecito chiedersi se questo confusionario, seppur metodico, fotomontaggio paradadaista sia il frutto di una serie di errori tipografici in fase di stampa.

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