martedì 27 ottobre 2009

Rick James: Street Songs (1981)

La trasgressività in latex di Rick James, non stupisce solo per l'atroce fusione di estetiche vagamente glam-fetish-disco, ma sopratutto per l'improbabile mise di chansonnier del disagio metropolitano conferitagli in occasione di questo concept album.
In un sol colpo l'artista newyorkese sovverte i canoni del tipico cantore di strada e in barba al più nichilista dei Lou Reed, inarca in punta di stivali il suo Ghetto-Funky puttaneggiante tutto rossetto e fondotinta.
Naturalmente la scelta di un'ambientazione notturna, apparecchiata sui classici clichés nottambuli dell'agglomerante periferia cittadina, non è affatto secondaria agli intenti iconoclasti del menestrello James.
La rigida messinscena della perquisizione ritratta nel lato B del disco, aggiunge una spiccata dose di riottismo urbano, laddove il palpeggio del poliziotto si impone in tutta la sua violenza patriarcale e prevaricativa sulla libertà di espressione del musicista.
L'equivoco gioco tra le due parti corrobora il retrogusto soft-sadomaso dell'immagine e culmina direttamente nell'intersezione geometrica tra la palpata di glutei dell'agente dominatore e lo sguardo acquiescente(?) di Rick schiavo.
Il giovane Prince prenderà nota e poco più tardi applicherà gli insegnamenti dell'impareggiabile maestro.

2 commenti:

Emma ha detto...

Stupenda. Attendo una copertina dell'allievo per una analisi comparata.

Tiziano ha detto...

presto o tardi anche lui salirà sul banco degli imputati

 

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